Quanto guadagna un Professore Universitario?
I professori universitari ricoprono un ruolo di prestigio nella nostra società, poiché rappresentanti di cultura e ricerca. Sono persone importanti nella preparazione, crescita e immissione dei ragazzi nel mondo del lavoro. Ma quanto guadagna un professore universitario? Questa è una domanda che molte persone si pongono, soprattutto coloro che aspirano a diventare docenti universitari. Purtroppo in rete è pieno di notizie false, i guadagni di un professore universitario sono decisamente diversi rispetto a quelli riportati da molti siti in rete.
Se sei interessato a diventare un docente universitario devi sapere che lo stipendio non è altissimo, è alto rispetto alla maggior parte dei lavori, ma per il prestigio e la difficoltà di riuscire a diventare docente, bisogna sapere che il guadagno è decisamente poco invitante rispetto a tutte le altre professioni che richiedono gli stessi sforzi di studi ed impegno.
Andiamo a scoprire a quanto ammonta lo stipendio dei docenti universitari al giorno d’oggi.
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Quanto guadagna un docente universitario nel 2017?
Luogo comune vuole che i professori universitari siano strapagati per il ruolo che ricoprono, ma ciò non rispecchia esattamente la realtà. I dati pubblicati su internet riguardanti il reddito dei docenti universitari sono inesatti poiché non sono espressi al netto. Ciò a causa di uno studio disattento condotto da un’Università degli USA.
Come stiamo per vedere, il lordo di un docente universitario supera i 50.000 euro, ma in realtà la cifra netta molto difficilmente va a superare i 3.000€, e questo solamente nel caso in cui si tratti di professori universitari ordinari.
Si tratta indubbiamente di cifre molto importanti, che un comune mortale non riuscirà mai a guadagnare perché lo stipendio medio in Italia è di 1.400 euro al mese, ma comunque non parliamo di cifre molto alte, e di conseguenza potrebbero fare gola a pochi, visti gli sforzi richiesti per raggiungere questi importi.
Quanto guadagna un professore universitario alla Bocconi?
Prendendo in esame una tra le università italiane più prestigiose come la Bocconi, sappiate che lo stipendio di un docente universitario è stabilito dal Ministero dell’Istruzione, indipendentemente dall’Ateneo in cui hanno la cattedra. La differenza economica sostanziale varia in base alla funzione in carica e all’anzianità.
Ma la Bocconi essendo un’Università privata fa eccezione, e grazie al livello di prestigio e al costo della retta universitari, i docenti della Bocconi divengono in automatico tra i docenti più pagati d’Italia, se non i più pagati, a parità di ruolo rispetto ai loro colleghi del pubblico impiego percepiscono uno stipendio più alto, anche se già di loro vista la loro grande professionalità, specialmente nel campo dell’imprenditoria e del marketing, sono molto più ricchi dei docenti delle Università pubbliche.
Quanto guadagna un professore della Bocconi? Solitamente il guadagno si aggira attorno al 30-35% in più rispetto a quello che guadagna un collega che ha lo stesso ruolo in un’Università pubblica e ciò anche a parità di anni di servizio.
Diventare docente universitario: Gli studi
Prima della riforma Gelmini, la carriera nel ramo dell’insegnamento universitario cominciava con tre anni di prova. In questi tre anni i ricercatori e gli associati erano definiti “non confermati”. Alla fine dei tre anni, una commissione giudicava se nominarli “Ordinari”.
Oggi il triennio di conferma è stato abolito e sostituito da un’abilitazione per ambire al titolo superiore, mentre il ruolo del ricercatore universitario a tempo indeterminato è stato sostituito dalla figura del ricercatore universitario a tempo determinato Junior (Tipologia A) e Senior (Tipologia B). I primi (Tipologia A) ricevono un contratto triennale prorogabile una sola volta per soli due anni, mentre i secondi (Tipologia B) ricevono un contratto triennale non rinnovabile; requisito fondamentale per diventare ricercatore Senior è aver usufruito di un contratto di tipo A.
Una volta terminato il percorso e conseguita l’abilitazione scientifica nazionale, una commissione dell’ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca) valuterà se inquadrarli nel ruolo di professori associati.
Stipendio professore universitario ordinario: le cifre
Lo stipendio di un docente universitario ordinario (detto anche Professore di prima fascia) ammonta oscilla tra i 57mila e i 60mila euro lordi annui, per un totale che si mantiene tra i 2700 e i 2900 euro netti per tredici mensilità.
Questo significa che mediamente in un mese un professore universitario guadagna 3.000 euro al mese se è ordinario, una cifra molto importante rispetto ai colleghi delle scuole superiori che non riescono a guadagnare nemmeno 2.000 euro al mese.
Quanto guadagna un professore universitario per ogni tesi?
C’è il falso mito che un professore universitario aumenti il proprio guadagno mensile grazie alle tesi, in realtà non è così, perché quando si chiede di fare la tesi di laurea con un docente universitario, quest’ultimo non guadagnerà nulla a livello economico, molto più semplicemente aumenterà il suo prestigio all’interno dell’Ateneo rispetto agli altri docenti.
Ricercatori Universitari e Professori associati: quanto guadagnano?
I redditi dei professori associati e dei ricercatori sono ovviamente inferiori a quelli dei professori ordinari.
I professori associati percepiscono uno stipendio che oscilla tra i 43mila e i 45mila euro lordi all’anno, per un totale netto di 2200-2400 euro al mese. Grazie agli scatti di anzianità, riescono a raggiungere cifre che toccano i 90mila euro lordi annui, per un totale di circa 4100 euro netti al mese.
I ricercatori universitari percepiscono lo stipendio più basso nel ramo dell’insegnamento universitario, con cifre che oscillano (per Junior e Senior) tra i 24mila e i 34mila euro, per un totale netto tra i 1300 e i 1800 euro al mese.
Come aumentano gli stipendi universitari in base agli scatti di anzianità?
Il meccanismo degli aumenti in base agli scatti di anzianità inizialmente avveniva ogni due anni, con benefici dell’8% per i primi 12 anni di carriera, del 6% per i seguenti 16 anni e del 2,5% dopo 28 anni di insegnamento. Grazie anche alla “ricostruzione di carriera” i docenti potevano includere nei calcoli per l’anzianità i primi tre anni da “non confermati”.
Con l’introduzione della Legge Gelmini, gli scatti di anzianità per la carriera e lo stipendio passano da biennali a triennali, senza variazioni delle percentuali espresse.